sabato 3 agosto 2013

Pryzhok v pustotu

Meili, Porto Federale
Morning Star

Luglio 2515



Sta aspettando, in cima alle scalette che consentono l'accesso alla Morning Star, solo in parte riparata dalla pioggia battente che come spesso accade si riversa dai cieli di Meili. Una figura di donna che si staglia tra i chiaroscuri delle luci artificiali del porto.  La brezza umida sfiora i capelli corvini, sciolti in morbide onde ribelli intorno al viso chiaro, solo leggermente truccato, più disteso -o almeno così pare- rispetto al loro ultimo incontro. Le ombre della stanchezza non sono scomparse ma certo si stanno attenuando. Ci sono un paio di Securer BS intorno alla nave, a fare la ronda. Ma lei è sola. Una figura solitaria che offre solo il viso alla carezza umida dell'aria satura di pioggia. Non sembra avere freddo, per ora, nonostante vesta solo un paio di jeans e una camicetta in seta. 
Scruta il dock, in chiara attesa di qualcuno. Di qualcuno che ha raggiunto sin lì facendo coincidere impegni in modi impensabili, solo per trovarsi a Meili nell'esatto momento in cui fosse arrivato anche lui.
Qualcuno che ora si sta avvicinando a passo spedito, quasi correndo, in direzione della Nebula BS. 

Edan è riconoscibile per la sua tipica giacca di pelle marrone, che lascia sfilare sopra la nuca con l'intenzione di proteggersi dalla pioggia. Corre verso Anya, già piuttosto bagnato, avendola già intercettata con lo sguardo. Corre verso di lei come se le distanze che li separano fossero interminabili. 

Lei scandaglia il circondario con ansia crescente, senza rendersi conto fino in fondo dell'irregolarità del proprio respiro, o del battito cardiaco già perfettamente fuori schema e allineato piuttosto con ritmi di natura decisamente più tribale, impetuosa e dannatamente difficile da tenere a bada. Affonda gli occhi verdissimi tra i chiaroscuri liquidi del porto, annacquato dalla pioggia insistente che non riesce a stemperare il grigiore della città, soprattutto in un ambiente come quello. Tutto però acquista nuovi colori, nel momento in cui inquadra e riconosce la figura del Solo in rapido avvicinamento.

Ed è in quel momento che muove un passo in avanti sul pianerottolo metallico che fa da ponte tra le scalette e il boccaporto della Nebula. Si offre completamente alla pioggia. L'acqua appesantisce i capelli incollandoli al viso, ridisegna le forme morbide del corpo infradiciando gli abiti e la seta bianca in trasparenza della camicetta. Gli va incontro, annichilendo le distanze. Senza dire nulla ma cercando nel volto di Edan i segni del viaggio ed il contatto diretto con l'oscurità dei suoi occhi.

Lui si porta in prossimità delle scalette, guardandola negli occhi in modo chiaro; evidente lo sguardo intriso di stupore e malcelata felicità. E' uno di quei rari casi, in effetti, in cui l'impenetrabile inespressività del volto non sembra contenere realmente le sue sensazioni. Sale le scalette, continuando a coprirsi -in modo decisamente poco efficace- il capo dalla pioggia. Si porta a un passo da lei. Rinuncia a proteggersi, lasciando ricadere la giacca nella sua naturale posizione. Chiaro quanto, ora, non badi più alla pioggia. La fissa, per qualche secondo, esibendosi poi in un mezzo sorriso; accentuato .

- Now tell me, what are you doing here? Because if your intention is not to get caught with strength from me, let's face it, you have a problem. 



Lei non dice nulla. Silenziosa lo guarda, si perde nella sua espressione, annega nel suo sorriso, schiude la bocca ad una curva sorniona e malandrina, affilando un'occhiata languida, da stregatta. Negli occhi umidi e stanchi, ma certo più vivi rispetto al loro ultimo incontro, riluce la gioia sincera che viene dal poterlo rivedere. Lo guarda, e sulla sua domanda sbuffa un sorriso impenitente. Con un guizzo felino stende le mani verso di lui, avvolgendone gli occhi nel muschio dell'iride. Gli prende il volto tra le dita. Avvicina il proprio, lentamente, in un silenzio scandito solo dalla pioggia che le ricade addosso e picchietta sullo scafo della nave. Si avvicina al punto tale da sfiorarlo col respiro, da annegare nei suoi occhi attraverso la vista sbiadita. 


 Edan si lascia rapire dagli occhi di Anya. Comprendere cosa stia provando è semplice, ma al tempo stesso difficile da tradurre realmente in pensieri ordinati; lo sbigottimento è chiaro, le emozioni viscerali, in gran parte inafferrabili e fin troppo rapide. Quando le mani di lei sfilano sul suo volto, percepisce chiaramente il suo cuore battere a un ritmo accelerato, inedito. E' curioso il silenzioso modo in cui lui ne prende coscienza; è dunque una sensazione relativamente nuova, un intimo contesto espressivo che lo confonde appena. I loro volti si avvicinano, i respiri caldi si intrecciano in una carezza impalpabile, priva di reale contatto. 

Questa, potrebbe essere una perfetta metafora delle ultime numerose, interminabili settimane. 


Nell'intrecciarsi dei respiri, Anya inala a pieni polmoni gli aromi di Edan. Della sua pelle calda e umida di pioggia che lei sta dolcemente tratteggiando con le dita, guidate dalla mano del Solo a rendere una carezza più profonda e presente sino a farsi pungere il palmo dalla barbetta ispida. Intinge lo sguardo color del muschio in quello scuro e profondo del Solo, perdendosi in esso, annegando in un mare sfocato dalla distanza minima che la porta a percepire, ancora senza sfiorarla, il calore della sua bocca. Nell'ansito dannatamente irregolare del respiro si inserisce la tempesta emotiva che la sta guidando nelle ultime settimane, ed un desiderio chiaro, netto, limpido: quello che l'ha portata ancora una volta sino a lui, nel sistematico convergere gli impegni in modo tale da rendere possibile l'ennesima sorpresa. Il cuore è come un cavallo imbizzarrito lanciato in una corsa folle verso un dirupo: il secondo salto nel vuoto verso l'uomo che le sta di fronte, e del quale attende il bacio con trepidazione evidente eppure lasciando a lui il compito di annichilire gli ultimi fiati di distanza. 

Edan non vive più un reale controllo del proprio volto, non riesce a definire in alcun modo l'andamento delle sue linee, mentre si abbandona ad un momento decisamente inedito per lui. Annulla lentamente ogni distanza cercando di accostare le labbra a quelle di lei; è un gesto assolutamente ovvio e incontrollato, quasi a conferma che la sua mente, ora, non abbia più alcun controllo su di lui. E' una sensazione nuova per lui, un lasciarsi andare incontrollato che non sottostà più alla sua tipica fermezza espressiva, quasi il suo inconscio voglia definire nuovi schemi attitudinali, lasciando che lo spirito attraversi quella ruvida parete di vetro da cui solitamente osserva il mondo. 
La bacia per la seconda prima volta.

Lei accoglie le sue labbra, si incolla alla sua bocca e nell'istante di apnea che segue, sente di volere subito di più. Le dita affusolate scivolano lentamente sul volto del Solo, ne sfiorano le orecchie, ne trovano la nuca e lì si intrecciano ai capelli, mentre tutto in lei si arrende al secondo primo bacio, e lo rinnova, sotto la pioggia che bagna entrambi, senza sconti, mescolandosi al sapore delle loro bocche unite. Ad occhi chiusi si riempie di lui, dei sapori, degli odori, del calore che il corpo solido di Edan così vicino al proprio le trasmette. Di tutto ciò che le era mancato come aria, senza che lei se ne potesse rendere conto fino in fondo. Ed è solo nel momento in cui avverte placarsi quella prima ondata di impulsi che schiude lentamente le palpebre per offrire al suo sguardo occhi umidi e profondamente dilatati dalle emozioni. Così come dalle emozioni viene spezzato il respiro, e travolto il battito del cuore. S'inarca maggiormente, per aderire alla solidità del suo corpo con la morbidezza del proprio. E schiude il sorriso più dolce, disarmato e amorevole che gli abbia mai rivolto. 


-Non puoi... Guardarmi così... Tu... Ti prenderai... Un raffreddore... 

-..e...come...Come dovrei guardarti?
-....Io...Io...non sono ancora riuscita a liberarmi delle mie paure, Edan... Non sono ancora riuscita a liberarmi dei miei fantasmi...Ma sono i miei fantasmi, e non devono diventare i tuoi. Non ho intenzione di rinunciare a te, per colpa delle mie paure. Non voglio arrendermi al terrore...ma è dannatamente difficile non farlo, quando le promesse più belle che un uomo possa farti, sono anche quelle che ti fanno tremare di più. 

-Cosa... Significa che i tuoi fantasmi non devono diventare i miei? Se dei fantasmi ti angosciano voglio proteggerti.

-Significa che...non puoi affrontarli tu per me, e non puoi proteggermi da loro. Significa che devo trovare la forza di affrontarli da sola e lasciarli andare...Ma nel tuo amore posso trovare forza in più. Nella consapevolezza di averti vicino. Nel sapere che liberarmi di quei fantasmi e fare un passo ulteriore in avanti nella mia vita sarebbe un po' il mio atto d'amore per te.
....You are my light. You are the warmest light i've ever seen. And it scares me to death. ...The fear of loosing you.  

-you can't lose something that is yours... Unless you want to lose it... 

-I don't. I don't want to lose you. ...I...I'm in love with you. I wanna love you. I wanna be loved by you.
 In every, single, way.
So, here I am.
Ho paura, ma tu sei il mio salto nel vuoto.  Will you catch me?
 

-I... Will catch you...