lunedì 15 aprile 2013

Dimitri

Horyzon -
Porto Federale di Capital City
Brigade Lady Hawk
Aprile 2515


Le ali del Brigade scintillavano, carezzate dalle luci artificiali del porto.
Dimitri Yuzov si sedette sul bordo della rampa metallica che, distesa all'aria fredda della notte, scopriva l'accesso al ventre della nave.
Una stiva sorprendentemente e maniacalmente ordinata, nella quale trovava spazio una outback nera ed impolverata, assicurata ad una delle paratie tramite appositi ganci per impedirne ammaccature in caso di turbolenze.
Si sedette accanto alla donna che lo aveva preceduto e che, ginocchia al petto e braccia intrecciate loro intorno,  stava fissando con sguardo assente il via vai del personale del dock. Sfilò dal taschino il solito pacchetto di Black Mamba 5, porgendolo a lei con un sospiro roco, silenzioso.
Dovette attendere qualche momento perché Anya si rendesse conto del gesto, e dunque allungasse le dita per sfilare una sigaretta dal pacchetto.
L'unico ringraziamento per l'amico e fedele meccanico,  la donna lo affidò allo sguardo, restando nel silenzio ancora per un po'.
Fu lui, il primo a prendere parola.

- Allora, hai intenzione di dirmi che cazzo è successo?
- Mh.
- Non ti azzardare a propinarmi i tuoi mugugni. Mi hai fatto spostare il Lady per la prima volta da mesi. 
- E con ciò?
- E con ciò, è da un po' che non vedo il tuo "amico".
- Non ti sfugge niente, ahn?
- Stasy...
- Non chiamarmi così. Non sei Lev. 
- Allora rispondimi e dimmi che ti è successo. Sei pallida, hai occhiaie come non te ne vedevo da tempo e mi sembri l'ombra di te stessa.
- Nulla...Se n'è andato.
- Andato? Ma..non avevate appena comprato casa?
- Già.

Le loro voci si intrecciavano ai rivoli di fumo delle sigarette. Toni bassi, discreti e complici, sul filo di un legame antico e ben saldo.

- Testa di cazzo. Io ti avevo detto di stare attenta.
- Sono stata attenta tutta la vita, Dim. Lo sai bene anche tu. Viene il momento in cui forse concedersi al rischio è ..inevitabile.
- Devo essere io a ricordarti che con il rischio precedente ci sei morta?
- Mmmh...
- Ti ha dato almeno qualche spiegazione?
- No. O forse io ho avuto paura di chiederla. 

Lo disse con un sorriso amaro, a mezza bocca, incastrato sulla guancia tatuata. Il drago sullo zigomo rischiarato dal lucore delle braci della sigaretta che stringeva tra le dita.
Il biondissimo russo al suo fianco scrollò la testa, grugnendo disapprovazione. La sovrastava in altezza e stazza, anche da seduto. Un meccanico con il fisico da lottatore e una gran predilezione per gli scontri a mani nude. Una vera e propria montagna di muscoli, al fianco del fisico slanciato ma sottile della pilota.

- Pensi ci sia di mezzo altro?
- Non lo so, Dim. Da tempo ormai le cose erano cambiate. Stavano cambiando. Riuscivo a percepirlo. I silenzi. Le assenze sempre più lunghe. Se ci sia un motivo esterno non...non lo so. 
- Non mi sembri convinta.
- Non è importante, in fondo. No? E' finita. Qualunque sia la ragione, è finita.
- Mh. E' un idiota. Dovrà trovare qualcun altro da cui farsi portare le sigarette. Questo è poco ma sicuro.
- Considerando il vizio che ha preso, lo manderai in crisi.
- E' quel che si merita per essersi lasciato scappare una come te.
- Mpfh. Piantala.
- ...come ti senti?
- Di merda. Come vuoi che mi senta?

In quel momento, in quel momento soltanto, Anya si concesse di lasciar affiorare il dolore. Non del tutto, ma una buona parte di esso. Oltre la maschera di placida accettazione che aveva mostrato al 'verse intero. Strinse gli occhi. Inspirò a fondo, cullandosi nell'aroma forte della Black Mamba che le riempiva il palato.
Dimitri restò in silenzio a guardarla, soppesandone lo stato emotivo e fisico per lunghi momenti.

- Sai cosa ti ci vorrebbe, adesso?
- Cosa?
- Sesso. Buon sesso. Anzi, ottimo sesso.
- Non farmici pensare. La fedeltà ad una relazione a distanza comporta un'astinenza che si può sopportare solo se poi...ma così.... 
- Ecco, appunto. Vedi che ho ragione? Andiamo.

La sgomitò piano, e cercò di prenderle la mano, per spingerla ad alzarsi. Sul volto del meccanico campeggiava un sorriso sornione, che la diceva lunga sulle sue intenzioni.

- Andare dove?

Chiese lei, spalancando poi gli occhi verdi, attonita, nel momento in cui comprese il senso di quell'invito.

- Ma ti ha dato di volta il cervello? Smettila. Non ci pensare nemmeno. Scordatelo!
- E perché mai? Tu hai bisogno di qualcosa, io posso dartela. Che male c'è?
- Che farlo con te sarebbe come andare a letto con mio fratello. Ecco cosa c'è di male, Dim! Santo cielo, se non è mai successo in tutti questi anni ci sarà un motivo, no? 
- Un motivo che mi è oscuro. Io non sono tuo fratello.
- Ma è come se lo fossi, diamine!...E poi sei stato con Cox. Con mia sorella! No. Non se ne parla. Non voglio nemmeno pensarci.

Si alzò di scatto, improvvisamente incapace di stare ancora ferma. gettò oltre la rampa il mozzicone di sigaretta ancora acceso, ne seguì la traiettoria aranciata con lo sguardo, sino a vederla scomparire a terra, avvolta da una macchia di oscurità.
Il Russo la guardò con aria di finto rimprovero. Intrecciò le braccia sul torace ampio, i muscoli messi in risalto dalla tuta lisa indossata.

- Così mi ferisci, lo sai vero?
- Te le cerchi, Dim. E l'unica cosa che ti concederà stasera sarà condividere con me una sbronza colossale.
- Va bene, va bene..ma se cambiassi idea...

Lo fulminò con lo sguardo, già ruotando su se stessa per dirigersi verso l'interno della nave.

- Nei tuoi sogni, Dim.
- Oh, ma in quelli è già successo un sacco di volte, Stasy.

Lei non rispose se non mostrandogli il dito medio della mano destra, alzata sopra la spalla, continuando a muoversi in direzione della cambusa.
Dimitri la osservò ghignando. Almeno aveva ottenuto una reazione, per quanto blanda. Pigiò il pulsante di chiusura del portellone e la seguì, pronto ad una notte piena d'alcool, e priva di sesso.







mercoledì 10 aprile 2013

ozhidaniya


[...]


What puts me right is nothing but what you showed me, before.

Le mie emozioni, del resto, sono sopraffatte dalla nostra tranquillità, Anya. Arriva un momento in cui, per forza, devi abbattere le aspettative da qualcosa: dalla vita, da te stesso, dai rapporti con gli altri o, almeno, dai rapporti con una persona. Quando riesci a fare questo, quando abbatti le aspettative, allora puoi avere tutto. Poiché quando hai tutto, non vuoi nulla di più: e se non vuoi nulla di più, allora tutto quello che ottieni in più è una sorpresa. Una piacevole sorpresa.
Ma abbattere le aspettative è uno sforzo quotidiano. E' non dimenticare la differenza essenziale tra il darsi del "tu" ed il darsi del "lei: sapendo quale sponda di uno stesso fiume queste due differenze rappresentano. Ed è anche non dimenticare che saranno, non so, un milione le cellule che danno forma ad un drago sul viso, ma ce ne sono almeno altre dieci miliardi da scoprire. E la cosa che mi conforta è che senza aspettative, non vivrò abbastanza per scoprire tutti e dieci quei miliardi: ma proprio per questo ogni giorno, scoperta, sarà una conquista.

Forse mi sono espresso in modo confusionario.

Sennen