venerdì 28 dicembre 2012

intervʹyu

Koroleva, Città di Dubna  - Dicembre 2514
-Sede Distaccata Sez. Intelligence - 
Ufficio Coordinatore Agenti Sezione "Domino"



- "No, scusa. Ripetimelo ancora una volta. Fammi capire bene. Intendi proprio 'quel' Wright?"-"Sì. Intendo proprio lui. Quante volte ancora devo dirtelo?"-"Non lo so. Magari quante volte servono a spiegarmi per quale motivo lo so solo adesso."   
Un gesto eloquente della mano destra ad indicare la stanza, sottintese un 'adesso che sei qui'.  Il coordinatore dei servizi speciali della Sezione Domino tenne gli occhi chiari fissi sul volto della giovane donna seduta di fronte a lui.
Anastasiya Irina Diodora Krushenko ricambiò lo sguardo, senza celarsi. Stavano parlando ormai da ore, sviscerando tutte le informazioni da lei apprese nel corso degli ultimi mesi di 'indagini'.
Si scoprì a contare rughe nuove sul volto dell'unica persona alla quale, internamente all'Intelligence, si fosse mai sentita legata da un rapporto di reciproca stima, e fiducia quasi incondizionata.
Si passò una mano sul viso, sfiorando la pelle tatuata. Portò con placida calma la gamba destra sulla sinistra, dondolando poi il piede sospeso. Indossava un completo giacca e pantalone estremamente sobrio, di taglio quasi maschile, ma non bastante a nascondere le forme generose di un corpo sinuoso, studiato per attirare gli sguardi.


-"Forse, se mi aveste avvisato in qualche modo prima, della necessità di aggiornare la mia connessione cortex ed il criptaggio dati, sarei riuscita a farti avere queste notizie in tempo utile....Sempre che esista un tempo utile." - Socchiuse le palpebre a mezz'asta, affilando sul supervisore un'occhiata scettica. - "In ogni caso, ti ho portato il suo contatto cortex. Se avrete bisogno di lui, in qualche modo, potrete contattarlo direttamente, adesso. ...e non c'è bisogno di dirti che non l'hai avuto da me, suppongo."
Yastreb, questo il nome in codice del supervisore, sbuffò una smorfia insoddisfatta.
-"Possibile che tu abbia sempre la risposta pronta?" - le chiese, retorico. 
La donna gli offrì un sorriso sghembo e sornione.  Lui si ritrovò per l'ennesima volta catturato dalle contrazioni del drago tatuato sul suo zigomo sinistro. In qualche modo, era convinto che quel fregio avesse un potere ipnotico su chiunque vi posasse gli occhi. Più ipnotico ancora, delle curve pericolose sfoggiate dalla sua Agente preferita in ogni occasione.


-"Mi hai addestrata tu. Dovresti conoscermi." 
"Sì..sì. D'accordo. Ora torniamo a bomba. Hai detto di Wright, e Sterling. Giusto? Ma di lei non mi porti granché."

-"Ti ho detto che ha appena avuto una figlia." -rispose, Lei.- " Se è furba se ne starà rintanata da qualche parte a fare la mamma a tempo pieno e lascerà agli altri il compito di portare avanti il lavoro. In fondo, hanno fatto abbastanza danni su a Saint Andrew, mi pare."- Di Ritter però, del padre della bambina, non gli aveva detto nulla.-

"Ma l'hai vista?"
 -"Per, tipo, trenta secondi. Forse meno."
-"Mh. Da..." -Stava riflettendo. Lei aveva portato parecchie informazioni. Forse molto utili. Sulle attività Indipendenti, su nomi, volti, possibili movimenti.
-"Sono stati sufficienti."
-"Sufficienti?"
-"Sufficienti a comprendere che non la vorrei mai come nemica."
-"Non ci credo. Tu, paura di qualcuno?"
-"Paura di parecchie cose se è per questo, Yas. Il fatto che la paura mi renda ancora più pericolosa non significa che non sia capace di riconoscerla."
- "E' la prima volta che ammetti una cosa simile. Te ne rendi conto?"
-"Mi rendo conto che la missione è più complessa, rischiosa e sfibrante di quanto non pensassi, prima." 
-"Già...Senti..." -Yastreb si grattò il mento ispido di barba. Gli occhi puntati al viso di Anya.
 - "Ho visto che hai richiesto un colloquio con Brahms. Sei già stata da lui? ...Stai..bene?"
-"No, non ancora....E..ho avuto momenti peggiori."
-"Non sei affatto rassicurante."
-"Non mi paghi per esserlo."
-"No, vero. Ma ti sto chiedendo di rassicurarmi, adesso. Sei sicura di star bene? ..Non mi hai ancora detto che cosa ci faceva quel soldato a New Moscow."
-"Era lì...per me." - 


Una risposta soffiata dalla voce bassa e rauca di Anya. 
Gli occhi verdi sempre adagiati sul volto del supervisore. 
Si scoprì a pensare che doveva avere circa la stessa età di Scott. Ma gli occhi di Yastreb avevano una colorazione diversa. Un vibrato dello stesso colore del ghiaccio ed al tempo stesso distante dalla trasparenza dell'Assaltatore Alleato. Forse per via di un'onestà di fondo che in Yastreb, come in lei stessa, era mancante per definizione. Per una Spia è complessa da gestire l'onestà. Un favoloso vaso di Pandora.
Lui la guardò a lungo, in silenzio. Corrugò la fronte, palesando il rincorrersi dei pensieri nel fondo della sua mente iperattiva.

-"Ho letto..ho i suoi dati. E' quell'uomo? Il tuo..'contatto'?"
 -"Da. E' lui."
-"Ed è venuto fino a New Moscow...per te."
-"Da."
-"..."
-"Non guardarmi così. Io non ne avevo idea!"
-"Vorrei sperarlo. Ma che gli è saltato in mente? ...Sospetta di te?"
-"No."
-"Ne sei certa?"
-"Da."
-"Sei troppo telegrafica."
-"E tu poco perspicace."
-"...."
-"...!..."
-"Oh." - Lui sgranò gli occhi, folgorato da un barlume di comprensione.
-"Sì?" - Anya sfoderò il più provocatorio dei sorrisi. Lo fissò, in attesa.
-"Sei...sei..."
-...cosa?"
-"...sei incredibile! Come diavolo hai fatto? Un Alleato?"
-"...proprio tu, fra tutti, me lo domandi?" - Gli offrì uno scetticismo sorpreso, nel fondo della voce arrochita dalla stanchezza.
-"Sì."

Lui la guardò, serio. Evidentemente voleva qualche informazione in più. Aggirò la scrivania per avvicinarsi a lei, sino a fermarsi davanti alla sua poltrona, appoggiarsi con le reni al bordo del tavolo ed incrociare le braccia al petto, in evidente attesa.
Le sopracciglia sollevate come tacito invito a parlare.


-"..."

E per la prima volta dall'inizio del colloquio, Anastasiya Irina Diodora Krushenko mostrò un debole segno di esitazione. Proprio lei. La donna conosciuta per non esitare davanti a nulla.
Questo mise Yastreb in agitazione. La fissò ancora più attentamente. Attese.


-"...d'accordo, d'accordo."

La donna allargò le braccia in segno di resa, prima di stringerle sotto le curve procaci dei seni. 
Forse volutamente, per attirare lo sguardo e la distrazione del supervisore. Non funzionò. Gli occhi di Yastreb restarono fissi sul viso di lei, rapaci. 
Una piccola contrazione della guancia sinistra rianimò per un istante il drago artigliato allo zigomo di Anya. Per qualche momento calò un silenzio intenso, tra loro e nella stanza. Poi, finalmente, le sue labbra sfrontate  si schiusero a plasmare un suono basso, arrochito, bagnato dall'accento moscovita fattosi più pregnante nel giro di quei pochi giorni trascorsi a 'casa'.


-"Non che ci sia molto da dire, in realtà. Sai già che lo avevo avvicinato, e notando il suo interesse per me ho  un po'...giocato sulla cosa...per sfruttarla mio vantaggio."-"..mh mh"

-"...per un po', si è trattato solo di incontri casuali. Un gioco. Un flirt senza una mira precisa. Mi limitavo a studiare, e lasciarmi studiare da lui abbastanza da stimolare la sua curiosità e nulla più. Almeno..così pensavo. All'inizio."

-"..."

-"...sì, pensavo male." -

Lo ammise, passandosi la mano destra sul viso. Per un momento sembrò volersi nascondere al mondo, ma soprattutto a lui. Deglutì, vagamente a disagio.
Yastreb rimase in silenzio, a guardarla. Attento a cogliere segnali di qualcosa che forse non aveva mai visto prima. Non in lei, comunque.
Piegò la testa di lato, inarcò il sopracciglio sinistro, in tacita attesa di sentire il resto.

-"..ho avuto qualche problema, con il gruppo a cui mi sono aggregata." - 

Ecco, il nocciolo della questione. Il  punto cruciale di cui non avrebbe voluto parlare. Schioccò la lingua sul palato, palesando un certo disappunto.

-"Per dare una mano a Wright, si sono...ci siamo, incasinati noi." -

Espirò  dal naso, scrollò il capo. Per un attimo si artigliò i capelli scostandoli dalla fronte. Restò con il braccio ripiegato e un'espressione mai così stanca dipinta sul viso chiaro.


-"E, a proposito, Yas. Ricordami di farmi i cazzi miei. Da oggi in avanti."

Lui restò in silenzio, guardandola, in ascolto. Analizzò il linguaggio del suo corpo e comprese, forse, per quale motivo lei stessa avesse richiesto un consulto. Non la interruppe, però. Attese che lei si spiegasse, a modo suo.
Annuì, alla sua richiesta. Un sorriso complice, di quelli che riservi a qualcuno che conosci da molto tempo.


-"Ho..dovuto forzare un po' la mano. A lui. A me stessa. Ho giocato il tutto e per tutto sul nostro rapporto. Ho giocato sulla seduzione. Ho..."

Si fermò. Sbuffò un sorriso di amara soddisfazione, scoccandogli un'occhiata diretta.


-"Ho giocato le mie carte così bene che si è innamorato di me. Capisci? Si è innamorato di me. "

Per qualche motivo, la cosa la turbava.
Più di un motivo in realtà, ma c'erano questioni che nemmeno a Yastreb avrebbe mai voluto/potuto rivelare.
C'era Dragan. E di lui, di lui non voleva parlare. 
Voleva proteggerlo, fino alla morte se necessario.


-"A quanto mi risulta, non è il primo."

Un commento nemmeno troppo bonario, ma accompagnato da uno sguardo tutto sommato amichevole.
Anya incassò. Adagiò la schiena alla poltrona, alzò gli occhi al soffitto, riportandoli poi sul volto del supervisore con un lento rotear delle pupille.


-"Non avrebbe mai funzionato tra noi. Lo sai bene anche tu."

-"In realtà non lo so. Ma tu ne sei sempre stata convinta. Vai avanti."

-"Ed io ho sempre ragione. Non te lo scordare."

-"Vai avanti..."

-"Non c'è molto altro da dire. Mi sono trovata in condizione di relazionarmi con lui. L'ho fatto. Volevo che si fidasse di me almeno un po'. Non potevo prevedere che si sarebbe innamorato di me. Non pensavo di ottenere un effetto così..."


-"Devastante?" - suggerì, lui, con un sorriso storto da vaga e bonaria perfidia.
 -"Yas..."
-"Cosa? E' la verità. Te l'ho sempre detto. Tu sei devastante. E la cosa peggiore è che se non stai attenta finirai per devastare te stessa....Sempre che non sia già successo."
-"..."
-"Avanti, Anya. Non sono Brahms, non ho la sua pazienza e non ho nemmeno il tempo di tirarti fuori tutto con le pinze. Tanto più che il tuo ritorno improvviso è stato..strano."
-" Ma che vuoi che ti dica ancora? Che sono tornata a casa pur avendo detto che non lo avrei mai fatto, solo per cercare di mettere un po' di distanza tra me, lui e il casino che è scoppiato laggiù? E' così!..il problema è che lui mi ha seguita fin qui. Pisda. Perché era...in ansia, per me."
-"..in ansia. Per...te." ... " In che cazzo di pasticcio ti sei cacciata, se un soldato Alleato va in ansia per te?"
-"Oh, beh, ecco...è una storia divertente." - disse lei, non senza ironia- " Sono convinti che io sia una specie di terrorista."
-"Che cosa?!"
-"Rilassati. Non hanno uno straccio di prova."
-"Sì...ma....cioè...Anasta....Anya...terrorismo. Tu non puoi farti arrestare. Lo sai vero? Non puoi correre quel rischio!"
-"Credi forse che io non lo sappia?!" 

Le sfuggì un tono più acuto del normale. Si trovò a deglutire a vuoto. Lo fissò a lungo, cercandone gli occhi chiari con lo sguardo diretto. Inspirò a fondo, e quando schiuse le labbra morbide si trovò ad espirare suono insieme al fiato.

-"So benissimo quello che rischio. Perché credi che mi sia esposta così con lui? Non hanno prove materiali. ...Hanno solo dubbi, basati su informazioni ricevute chissà come. E farò in modo che svaniscano anche quelli....Ma non chiedermi di avvicinarmi a Wright, o Sterling. O a nessuno dei loro. Per nessun motivo. Io non posso farmi vedere con loro. Manda qualcuno a cercarli a Safeport se proprio devi. Ma non mandarci me. E saremo tranquilli entrambi." - Paranoica.
-"...Va bene. va bene. A quello troveremo una soluzione. ma tu devi tirarti fuori dai guai. Sai che non posso muovere nessun filo. Tu non puoi essere ricondotta a noi. In nessun modo."

-"Lo so bene. Tendo a non parlare nemmeno della FOM. Ma se si mettessero a fare controlli approfonditi sai bene che lo scoprirebbero."

-" Quello non è un problema. Hai distrutto un aereo che valeva un pacco di soldi. Il tuo ruolino è intasato di rapporti disciplinari. Sei il ritratto dell'insubordinazione. Non c'è un superiore che ti ricordi con magnanimità..a parte me. Che tu sia uscita dalla FOM non risulterà incredibile per nessuno."

-"Sai...nessuno sa parlare al cuore di una donna come sai fare tu."
-"In realtà sono piuttosto bravo e lo sai. Ma non è questo il momento di rivangare."
-"No, infatti." -
confermò Anya, gettando uno sguardo al c-pad che portava al polso. Arricciò il naso in una smorfia di vago disappunto. -"Ho ancora due ore prima dell'appuntamento con Brahms."
-"Ottimo. Abbiamo ancora molto di cui parlare."
-" Ancora?"
-"Sì. Parlami dei soldati che hai avvicinato. Oltre a lui...Parlami ancora di lui."


Le sfuggì un lamento. Sperava di riuscire a svicolare, ma Yastreb era come un predatore spietato. Azzannata la preda non la mollava più. 

-"E'...E' un brav'uomo, Yas. E' una delle persone più sincere e trasparenti che io abbia mai incontrato." -

Ammise, mordicchiandosi il labbro inferiore. Svicolò con lo sguardo, adagiandolo sulle foto appese alla parete, alle spalle del supervisore. In una di esse, erano ritratti loro, insieme, durante una missione d'addestramento.

-"Sembra che ti abbia colpito, in qualche modo."
-"E' così."
-"Questo ti rende le cose più difficili?"
-"Da."
-"Quanto?"
-"Mi ricorda mio padre...."
-"...Pisda."
-"Da."
-"Ti sei...avvicinata troppo a lui?"
-"Da."
-"Smettila di parlare a monosillabi."
-"Smettila di farmi domande a cui io posso rispondere a monosillabi."
-"E' solo per ..tuo padre?"
-"Sì. ..No....Non lo so."
-"Poche idee ma ben confuse."
-"Mi sembrava avessi detto che non sei il Dottor Brahms."
-"Right. Scusa. Ma non ti ho mai vista...così."
-"Già.".... "Non è solo per Lui."
-"No?"
-" No."
-"...???"
-"......"
-"Non uscirai da qui fino a quando non mi avrai detto quello che devo sapere."
-"Sei un despota."
-" E tu un Agente che non mi sta fornendo il rapporto richiesto. Dettaglia."
-"Ho una ... vera...relazione." - Lo disse così, agitandosi sulla poltrona. Non avrebbe mai detto a Lui, ad alta voce, quanto profondo fosse il suo sentimento per Dragan.
-"....."
-"Hai voluto saperlo tu. Non guardarmi così."
-"No, dico. Ti sei sentita? Hai detto : Ho una vera relazione. Non : vado a letto con..."
-"Lo so."
-" E...?"
-" E quindi, lascia che ti dica che è un fottutissimo casino. Non so come uscirne. Non credo riuscirò ad uscirne illesa in ogni caso. Perché al momento non riesco a...sganciarmi da Scott."
-"Il Soldato."
-"Da."
-"Perché?"
-"Per molti motivi. Non ci riesco." - pausa- "L'adrenalina. Credo. Il rischio che respiro ogni volta. E comunque mi è più utile vivo e vicino, che lontano."
-"Ci sei...?"
-"Tu cosa credi?"
-"..Mh. ...Ma con l'altro...?"
-"E' un fottutissimo casino....Ma Lui sa. Capisce. O almeno...spero che capisca. Che è successo tutto perché avevo paura di non riuscire ad aiutarli, in altro modo." - deglutì, inspirò a fondo.  -" Penso che gli strapperà il cuore, quando cesserà di essermi utile."
-" E tu?"
-"Io ho l'impressione di essermi già strappata il mio."